Come risposta a un periodo di
difficoltà generato dalla crisi finanziaria e dal credit crunch, il settore
dedicato ai mini-bond ha registrato nel 2013 e nel 2014 uno sviluppo costante. Il
Minibond rappresenta un’opportunità d’investimento e finanziamento in
consistente sviluppo all'interno del mercato nazionale.
Nella giornata di mercoledì 24
febbraio, il Politecnico di Milano ha presentato il primo report italiano sui
Mini-bond. L’Osservatorio descrive e analizza nel dettaglio tutti gli aspetti
inerenti al processo, tutte le emissioni svolte e le prospettive future. Presentato da Giancarlo Giudici, Direttore
scientifico Osservatorio Mini-Bond, il report ha svolto l’analisi sui titoli di
debito, obbligazioni e cambiali finanziarie con scadenza a 36 mesi, emessi da
istituti e società quotate o non quotate in Borsa, in virtù dei recenti
sviluppi innovativi introdotti dal Decreto “Sviluppo” in avanti.
Considerano i paramenti in
precedenza descritti, la ricerca ha identificato al 31 dicembre 2014 la
collocazione di minibond di 86 società, di cui 34 piccole e medie imprese.
Nella totalità di emissioni di mini-bond effettuate dal novembre 2012 le
società sono complessivamente 96, per un valore nominale complessivo pari a 5,7
miliardi. Per quanto concerne la scadenza, il report ha evidenziato una forte
concentrazione di termini quinquennali, con valore medio stabile a 6,2 anni. Con
riferimento alle cedole fisse, l’Osservatorio ha mostrato un valore medio di
6,14%. I mini-bond del campione valutato vedono un rating associato solo nel
33,3% dei casi.
Sul tema dei fondi di private
debt, il Politecnico di Milano ha inoltre censito 29 fondi specializzati
nell'investimento in minibond, di cui 11 già attivi. Prevalentemente identificati
in fondi chiusi, gestiti da sgr italiane o da veicoli esteri, tali risorse
vedono una quotazione complessiva nell’intorno dei 6 miliardi di euro.