giovedì 13 agosto 2015

Dettagli e approfondimenti in merito all’introduzione dei Voucher d'Internazionalizzazione

Negli ultimi giorni del mese di Luglio 2015 è scaduto il termine indicato per la presentazione  delle domande relative all’iscrizione nell’elenco dei fornitori in relazione all’agevolazione Voucher Internazionalizzazione promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Le aziende interessate (società di capitali tra cui erano comprese anche le cooperative) al fine di ottenere l’accesso al bando, hanno dovuto garantire la presenza di almeno dieci progetti inerenti all’export management che fossero stati avviati nel corso degli ultimi tre anni per una durata minima di almeno tre mesi.

Oltre al requisito sopracitato, le società sono state chiamate ha garantire la presenza all’interno del proprio organico di un minino di cinque figure professionali con una comprovata  conoscenza (almeno 5 anni) di tutti i processi inerenti alle fasi di internazionalizzazione. Tali figure professionali per ottemperare ai precisi requisiti segnalati devono anche essere in possesso di una buona conoscenza (C1 CEFR), scritta e parlata, della lingua inglese.

Come indicato anche all’interno del sito web,  entro il primo Settembre 2015 il Ministero dello sviluppo Economico rilascerà l’elenco completo delle società fornitrici dei servizi TEM – Temporary Export Manager. 

martedì 28 aprile 2015

Superate le 100 emissioni all’interno del mercato dedicato agli strumenti finanziari quali i minibond

Secondo gli ultimi dati rilasciati, sono sempre più le Piccole e Medie imprese italiane che decidono di affidarsi allo strumento dei minibond, aprendosi al mercato dei capitali privati. Nei primi tre mesi del 2015 è stato infatti superato il traguardo delle 100 emissioni di minibond, raggiungendo un controvalore di circa 5 miliardi di Euro, confermando il trend positivo delle emissioni delle PMI con valori inferiori ai 50 milioni di Euro, le quali continuano però a rappresentare una quota minima rispetto al totale emesso. Negli ultimi mesi si registrata inoltre una riduzione, rispetto al 31 Dicembre 2014, del taglio medio, passato dai 9,7 milioni di Euro agli attuali 8 milioni, della cedola media, dal 6,0% al 5,1%, e della maturity media diminuita da 6,1 anni a 4,9, la quale può essere ridotta ulteriormente a 3,5 anni grazie all’inclusione nei calcoli delle cambiali finanziarie. Dal primo Gennaio al 31 Marzo 2015 sono stati emessi 10 minibond con valore inferiore ai 50 milioni di Euro e concentrate principalmente nelle regioni del Nord Italia. 

giovedì 19 marzo 2015

Strumenti finanziari partecipativi come remunerazione per dipendenti e collaboratori

Con la recente introduzione delle misure di sostegno per le start-up innovative presenti all'interno del Decreto Legge 179/2012, si è confermata la possibilità di attuare la remunerazione di dipendenti e collaboratori attraverso strumenti finanziari di partecipazione al capitale sociale.

Tale provvedimento fornisce al management e agli amministratori di start up innovative uno strumento per la remunerazione di dipendenti e collaboratori mediante strumenti finanziari partecipativi. Il modello del Piano di incentivazione in equity per le start-up innovative e l’incubatore certificato del 10 marzo 2015 pone alle società interessate il vantaggio di sopperire ad un eventuale periodo di carenza di liquidità economica e per dipendenti e collaboratori l’esenzione dal prelievo contributivo e fiscale. Nel dettaglio la disciplina sancisce l’esclusione degli strumenti finanziari dalla formazione del reddito imponibile. Il modello cosi descritto, nel caso di dipendenti, è applicabile per la retribuzione direttamente correlata alla parte variabile del compenso, relativamente la redditività dell’impresa, la produttività del lavoratore o ad altri parametri concordati.

Il Ministero dello sviluppo Economico in merito al suddetto Decreto ha reso disponibile una guida per esemplificare le procedure da intraprendere per l’adozione del “Piano di incentivazione in equity”. All'interno del documento sono descritti, oltre gli adempimenti procedurali e l’iter di approvazione che la start-up deve sostenere, anche alcuni esempi in merito alle clausole che il modello può contenere e i diversi strumenti finanziari oggetto del piano.

venerdì 13 marzo 2015

Strumenti finanziari partecipativi, strumenti per l’esdebitazione di aziende verso il sistema bancario

La disciplina che regolamenta gli strumenti finanziari partecipativi, introdotta con la riforma del diritto societario in vigore dal 1 gennaio 2004, prevede per le società l’emissione di strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali e amministrativi, a seguito dell’apporto do soci o entità terze.

Rispetto all'emissione di azioni, dove il conferimento viene imputato a capitale sociale, lo strumento finanziario può essere diversamente attribuito a patrimonio netto (passività reale) secondo le caratteristiche derivanti. Gli strumenti finanziari sono categorizzati “partecipativi” quando risultano rappresentativi di un investimento in capitale di rischio non assistito da garanzie o diritti risarcitori, dove i diritti patrimoniali sono derivati dal risultato economico della società. Sono invece classificati “non partecipativi” tutti gli strumenti economico-finanziari per i quali si determina in misura costante e determinata la relativa remunerazione. Sono prodotti che non vedono legami con le vicende societarie, ma prevedono il diritto al rimborso dell’apporto.


Ai sensi dell’art. 2346 comma 6 c.c. la regolamentazione di strumenti finanziari partecipativi, nonché il contenuto, sono determinati dallo statuto societario della realtà emittente. 

martedì 10 marzo 2015

Minibond, focus sull’attività di emissione da parte delle Pmi

Grazie alla recente evoluzione normativa degli ultimi anni, gli strumenti finanziari alternativi, quali minibond e cambiali finanziarie, iniziano ad acquisire rilevanza come importante leva cui le piccole e medie imprese possono ricorrere. Dal 2014 il mercato ha registrato una netta crescita di emissioni, per un ammontare complessivo nel corso dell’anno pari a 730 milioni di euro.Recentemente, le società Eidos Partners e Bureau van Dijk hanno svolto un’analisi sulle società che a oggi si sono attivate nell'emissione di minibond nel mercato economico-finanziario nazionale. 

Dai risultati emersi dall'analisi, si è subito evidenziato che in realtà le società sono prevalentemente aziende medio-grandi. Alla luce di questo dato, il report conclusivo redato con i risultati ha posto particolare rilevanza sulla necessità di rilanciare il modello italiano di intermediazione e finanziamento con particolare interesse verso le Pmi, al fine di facilitare l’aggregazione delle piccole emissioni attraverso la realizzazione di nuovi veicoli d’investimento e l’agevolazione di operazioni di cartolarizzazione. 

Nel dettaglio, il campione analizzato è caratterizzato per il 60% da società con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e l’88% con “Ebitda margin” maggiore del 5%.  Le società̀ con una marginalità̀ inferiore al 5% presentano una cedola media più alta del campione di circa 30 punti percentuali. Da un punto di vista più qualitativo le società esaminate hanno presentato un discreto grado d’internazionalizzazione conseguendo in media il 25% dei ricavi all’estero. 


Nonostante i dati emersi, il mercato dei minibond si sta muovendo, incrementando sempre di più l’ammontare delle emissioni. Rispetto agli esperimenti episodici registrati nel 2013, il 2014 ha registrato oltre 49 operazioni per un valore complessivo di 730 milioni di euro.

venerdì 27 febbraio 2015

Presentato il primo report italiano dedicato ai Mini-bond


Come risposta a un periodo di difficoltà generato dalla crisi finanziaria e dal credit crunch, il settore dedicato ai mini-bond ha registrato nel 2013 e nel 2014 uno sviluppo costante. Il Minibond rappresenta un’opportunità d’investimento e finanziamento in consistente sviluppo all'interno del mercato nazionale.  

Nella giornata di mercoledì 24 febbraio, il Politecnico di Milano ha presentato il primo report italiano sui Mini-bond. L’Osservatorio descrive e analizza nel dettaglio tutti gli aspetti inerenti al processo, tutte le emissioni svolte e le prospettive future.  Presentato da Giancarlo Giudici, Direttore scientifico Osservatorio Mini-Bond, il report ha svolto l’analisi sui titoli di debito, obbligazioni e cambiali finanziarie con scadenza a 36 mesi, emessi da istituti e società quotate o non quotate in Borsa, in virtù dei recenti sviluppi innovativi introdotti dal Decreto “Sviluppo” in avanti.
Considerano i paramenti in precedenza descritti, la ricerca ha identificato al 31 dicembre 2014 la collocazione di minibond di 86 società, di cui 34 piccole e medie imprese. Nella totalità di emissioni di mini-bond effettuate dal novembre 2012 le società sono complessivamente 96, per un valore nominale complessivo pari a 5,7 miliardi. Per quanto concerne la scadenza, il report ha evidenziato una forte concentrazione di termini quinquennali, con valore medio stabile a 6,2 anni. Con riferimento alle cedole fisse, l’Osservatorio ha mostrato un valore medio di 6,14%. I mini-bond del campione valutato vedono un rating associato solo nel 33,3% dei casi.


Sul tema dei fondi di private debt, il Politecnico di Milano ha inoltre censito 29 fondi specializzati nell'investimento in minibond, di cui 11 già attivi. Prevalentemente identificati in fondi chiusi, gestiti da sgr italiane o da veicoli esteri, tali risorse vedono una quotazione complessiva nell’intorno dei 6 miliardi di euro.

venerdì 20 febbraio 2015

Approvato l’Investment Compact, il pacchetto di misure per il riordino del sistema bancario e d’investimento


Recentemente è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del Decreto Legge n.3 del 24 gennaio in merito alle Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti.  


Approvato con decreto legge del Consiglio dei Ministri N.45 del 20 gennaio 2015, l’Investment Compact vede la presenza di nove articoli cosi disposti:

  • -          La Riforma delle Banche Popolari

Gli istituti di credito con attivo superiore a 8 miliardi saranno trasformati entro 18 mesi in società per azioni. Un sistema di trasformazione capace di garantire benefici in termine di efficienza, servizi e maggior credito.

  • -          Società di servizio per Patrimonializzazione e ristrutturazione delle imprese

Strumento mirato al riequilibrio e consolidamento finanziario-industriale per realtà aziendali in difficoltà patrimoniale, ma con prospettive favorevoli in termini economici e industriali.

  • -          Portabilità conti correnti

Trasferimento dei conti correnti senza la presenza di oneri e spese accessorie legate alla portabilità.

  • -          Sace

Sace, gruppo assicurativo-finanziario, sarà autorizzato a costituirsi istituto bancario con possibilità di svolgere l’esercizio di credito diretto. Autorizzata da Banca d’Italia e nel pieno rispetto delle norme internazionali vigenti, tale riforma rafforza l’attività a supporto dell’internazionalizzazione e dell’export

  • -          PMI innovative

Nuova categoria per le piccole e medie imprese con determinati requisiti inerenti alle spese in materia di ricerca e sviluppo, personale altamente qualificato e presenza di brevetti o software. Inserite in un registro ad Hoc, tali società usufruiranno della disciplina già prevista per le startup innovative, salvo disposizioni inerenti a fallimento e mercato del lavoro.

  • -          Tassazione dei redditi derivanti

Potenziamento del regime “patent box” anche ai marchi commerciali. Tassazione agevolata per redditi derivanti dall’impiego di beni immateriali per società attive nel campo della ricerca e sviluppo. 

  • -          Ricorso facoltativo alla provvista CDP

Al fine di accelerare e semplificare l’erogazione di finanziamenti alle imprese per investimenti in beni strumentali, gli istituti di credito e/o intermediari finanziari potranno utilizzare provvista autonoma e non essere vincolati alla provvista CDP.
  
  • -          Misure a favore dei Fondi di Credito


Supporto ulteriore per l’accesso al credito per le PMI, il provvedimento estende l’esenzione della ritenuta di tutti i proventi derivanti da fondi di credito. 

mercoledì 11 febbraio 2015

Mercato finanziario nazionale, fiducia di gestori e analisti in crescita


Dopo un lungo periodo caratterizzato dalla staticità dei mercati finanziari nazionali, gestori e analisti del settore segnalano un aumento di fiducia, intravedendo una ripresa economica nel prossimo semestre. Questo è quanto emerge dal sondaggio redatto da CFA Society Italy, l’organizzazione no-profit di professionisti nell'ambito investimenti finanziari attivi nell’accertamento di una condotta etica nel settore d’interesse.

Svolto tra il 22 e il 31 gennaio 2015, il sondaggio ha evidenziato una fiducia diffusa verso un miglioramento della situazione finanziaria del Paese, con solo un 8% propenso a un peggioramento e il 43% senza variazioni indicative. Con il "CFA Italy Sentiment Index”, ovvero la differenza tra ottimisti e pessimisti, a 39,4% è possibile evidenziare un consistente ottimismo negli attenti al settore con un indice che supera di oltre 20 punti la quota registrata nel dicembre 2014.


Il miglioramento dell’indice di sentiment, secondo Angelo Meda, Responsabile Investimenti Azionari Banor Sim, è attribuibile a tre fattori principali quali: la forza del dollaro con relativo impatto sulla competitività aziendale, il quantitative easing della Bce e relativa immissione di liquidità nel sistema interbancario e la riduzione del prezzo del petrolio, determinante per l’economia importatrice quale l’Italia.

mercoledì 4 febbraio 2015

Deal Execution e l’importanza del processo di definizione Term Sheet

Il processo di Deal Management, dedicato alla gestione e implementazione di Deal, vede al suo interno anche l’attività di Deal Execution. Attraverso il perfetto coordinamento delle parti coinvolte fino alle fasi di closing e post-closing, questa importante fase consiste nel garantire supporto consulenziale al cliente per quanto concerne la definizione dei principali documenti contrattuali come il term-sheet.

Matteo Cosmi
Nelle operazioni in ambito finanziario e contrattuale di maggiore entità, le parti coinvolte sono chiamate a stipulare prime clausole contrattuali e trovare taluni accordi in relazione ad esse. In particolare le parti predispongono il contenuto e il testo di alcune clausole, danno atto di averle approntate congiuntamente, ma dichiarano nel contempo la piena liberta di modifica nel corso del procedimento di acquisizione. Gli atti ora detti possono essere inquadrati nello schema della “minuta” o puntuazione, con cui le parti “intendono fissare o puntualizzare determinati punti”, senza tuttavia assumere alcun impegno in relazione ad essi ad eccezione di alcune clausole: riservatezza, esclusività, ripartizione delle spese e foro competente.


Tale documento, denominato Term-sheet, contiene in forma sintetica i punti inerenti al negoziato quali: valutazione, governance e clausole di base. 

martedì 13 gennaio 2015

Il processo di Deal Management


Deal ManagementIl processo di Deal Management viene sempre maggiormente utilizzato per rendere più semplice la gestione dei propri affari. Infatti sempre più spesso ci si rivolge a team specializzati in questo settore, i quali offrono ai propri clienti un supporto di Back Office amministrativo fornito in tempo reale, rapido e accurato, consentendo a chi ne usufruisce di avere maggior tempo a disposizione per concludere le proprie vendite. Il team è incaricato anche di garantire che i prezzi, le offerte dei contratti e gli accordi stipulati siano opportunamente documentati e puntualmente rinnovati, consentendo un processo efficiente per ciò che riguarda le offerte, gli ordini e le fatturazioni. Il team è in grado di consigliare ai propri clienti le best practice da utilizzare, apportare miglioramenti in grado di soddisfare i requisiti delle parti interessate snellendo e semplificando i processi di negoziazione e gestire con precisione i differenti contratti, i quali risultano sempre più complessi. Il servizio ricopre un ruolo fondamentale in particolare per quanto riguarda l’ambito finanziario, fornendo un’assistenza continua, necessaria a garantire l’esecuzione delle migliori soluzioni.


Il supporto può riguardare vendite di affari, offerte di acquisto, negoziati tra azionisti e negoziati bancari. Infatti una corretta gestione degli accordi è il metodo migliore per concludere al meglio le operazioni nel minor tempo possibile, ma per fare questo è necessario sfruttare tutte le risorse disponibili in ogni fase del processo. Indipendentemente dal fatto che ci si trovi sul lato acquisto o vendita, un’operazione gestita in maniera ottimale garantisce non solo un processo di transazione efficiente, ma può diventare un vantaggio competitivo significativo e sostenibile per coloro che abitualmente eseguono transazioni private. L’obiettivo è quello di strutturare e chiudere la migliore offerta possibile per i clienti nel minor tempo possibile; ciò può essere ottenuto costruendo l'interesse di un grande gruppo di potenziali acquirenti attraverso un processo che costruisce interesse e slancio dall'inizio alla fine. Per fare ciò è necessario coordinare tutte le risorse della squadra in maniera snella, promuovendo la velocità e l'uso delle migliori pratiche.